Elenco completo lavori
Nato e vissuto a Roma, ho superato i cinquanta da un po'. Di cose comincio ad averne fatte diverse nella vita. Ma qui restiamo più o meno nell'ambito professionale.
Sono un autore e regista. Col tempo ho esteso la mia esperienza anche nel campo della produzione video. Posso dire quindi di essere un videomaker documentarista.
Non ho mai studiato per diventarlo, ma ho imparato lavorando. Ho studiato tutt'altro. Dopo il liceo ho frequentato i corsi di teologia presso l'università diocesana. Erano corsi serali, quando di giorno frequentavo la facoltà di Ingegneria. Superato il biennio e guarito dalla dissociazione mentale, abbandonai entrambe e mi iscrissi a filosofia. Mi son laureato con una tesi su un filosofo della scienza francese, Gaston Bachelard, letto attraverso l'antropologia culturale di Ida Magli. I miei interessi hanno sempre ruotato intorno al problema della conoscenza, alla psicoanalisi, alla sciamanesimo, alla ricerca spirituale, attraversando anche il buddismo, l'induismo e l'antroposofia.
Racconto questo per dire che per me fare il documentarista non proviene dall'amore per il cinema, ma dalla passione della conoscenza, della comunicazione e della divulgazione. Ovviamente i temi che affronto nei miei lavori sono influenzati da questa impostazione di fondo.
Mentre ero ancora all'università ho iniziato a lavorare a via Asiago, presso Radio Rai, negli allora tre canali nazionali, rimanendoci circa vent'anni. Qui ho fatto di tutto: il conduttore, il programmista, la regia, il consulente musicale, l'autore testi, firmando centinaia di dirette quotidiane. Quando poi la vecchia cara radio cominciava a snaturarsi, sia per dinamiche interne che esterne, ho pensato di passare al video. Ma l'ambiente televisivo era troppo indigesto per me, quindi ho cominciato a occuparmi di auto-produzione di documentari.
E' così che pian piano ho imparato, grazie anche alla società di produzione Playword Film Theatre s.r.l., condotta da Giovanni Brusatori, che realizzava documentari per Rai International, fino a fondare una mia piccola società di produzione, orchidea.com, in onore della mia compagna e socia di allora. Con questa società ho diretto e prodotto alcuni dei lavori più belli che mi sia capitato fare, come quello su Mimmo Jodice e su Ezra Pound.
Precedentemente ero stato consigliere di amministrazione della Fondazione Interregionale Europa, creata da P. Angelo Arpa, per la quale, tra i tanti progetti concepiti, solo uno è andato in porto: è stato il documentario sull'immaginario di Federico Fellini, Imago. Uno dei lavori più impegnativi e formativi che mi sia mai capitato di eseguire, durato la bellezza di cinque anni.
Devo dire che la regia per me è prima di tutto un concetto. Una volta acquisito si può applicarlo in qualunque progetto di comunicazione. Così è accaduto che l'esperienza radiofonica alla Rai per me è stata la base professionale per fare tutto il resto. Si può dire di tutto della Rai, ma non che vi mancassero professionalità d'eccezione, tali da rappresentare preziosi modelli ed esempi da imparare.
Solo nel 2006, quando sono stato scritturato da Rai Educational, posso dire di aver ufficializzato la professione di regista televisivo. In questa struttura ho lavorato per Magazzini Einstein, per la quale ho diretto diversi documentari, e ArtNews, in cui facevo la regia dei servizi esterni. Due programmi che si occupavano entrambe di arte.
Poi c'è stata l'avventura indonesiana, durata qualche anno, dalla quale son nati numerosi documentari dedicati a Bali. Rientrato in Italia, il resto è cronaca di questi giorni, tra cui un felicissimo matrimonio e uno splendido bambino.
Elenco completo lavori
Nato e vissuto a Roma, ho superato i cinquanta da un po'. Di cose comincio ad averne fatte diverse nella vita. Ma qui restiamo più o meno nell'ambito professionale.
Sono un autore e regista. Col tempo ho esteso la mia esperienza anche nel campo della produzione video. Posso dire quindi di essere un videomaker documentarista.
Non ho mai studiato per diventarlo, ma ho imparato lavorando. Ho studiato tutt'altro. Dopo il liceo ho frequentato i corsi di teologia presso l'università diocesana. Erano corsi serali, quando di giorno frequentavo la facoltà di Ingegneria. Superato il biennio e guarito dalla dissociazione mentale, abbandonai entrambe e mi iscrissi a filosofia. Mi son laureato con una tesi su un filosofo della scienza francese, Gaston Bachelard, letto attraverso l'antropologia culturale di Ida Magli. I miei interessi hanno sempre ruotato intorno al problema della conoscenza, alla psicoanalisi, alla sciamanesimo, alla ricerca spirituale, attraversando anche il buddismo, l'induismo e l'antroposofia.
Racconto questo per dire che per me fare il documentarista non proviene dall'amore per il cinema, ma dalla passione della conoscenza, della comunicazione e della divulgazione. Ovviamente i temi che affronto nei miei lavori sono influenzati da questa impostazione di fondo.
Mentre ero ancora all'università ho iniziato a lavorare a via Asiago, presso Radio Rai, negli allora tre canali nazionali, rimanendoci circa vent'anni. Qui ho fatto di tutto: il conduttore, il programmista, la regia, il consulente musicale, l'autore testi, firmando centinaia di dirette quotidiane. Quando poi la vecchia cara radio cominciava a snaturarsi, sia per dinamiche interne che esterne, ho pensato di passare al video. Ma l'ambiente televisivo era troppo indigesto per me, quindi ho cominciato a occuparmi di auto-produzione di documentari.
E' così che pian piano ho imparato, grazie anche alla società di produzione Playword Film Theatre s.r.l., condotta da Giovanni Brusatori, che realizzava documentari per Rai International, fino a fondare una mia piccola società di produzione, orchidea.com, in onore della mia compagna e socia di allora. Con questa società ho diretto e prodotto alcuni dei lavori più belli che mi sia capitato fare, come quello su Mimmo Jodice e su Ezra Pound.
Precedentemente ero stato consigliere di amministrazione della Fondazione Interregionale Europa, creata da P. Angelo Arpa, per la quale, tra i tanti progetti concepiti, solo uno è andato in porto: è stato il documentario sull'immaginario di Federico Fellini, Imago. Uno dei lavori più impegnativi e formativi che mi sia mai capitato di eseguire, durato la bellezza di cinque anni.
Devo dire che la regia per me è prima di tutto un concetto. Una volta acquisito si può applicarlo in qualunque progetto di comunicazione. Così è accaduto che l'esperienza radiofonica alla Rai per me è stata la base professionale per fare tutto il resto. Si può dire di tutto della Rai, ma non che vi mancassero professionalità d'eccezione, tali da rappresentare preziosi modelli ed esempi da imparare.
Solo nel 2006, quando sono stato scritturato da Rai Educational, posso dire di aver ufficializzato la professione di regista televisivo. In questa struttura ho lavorato per Magazzini Einstein, per la quale ho diretto diversi documentari, e ArtNews, in cui facevo la regia dei servizi esterni. Due programmi che si occupavano entrambe di arte.
Poi c'è stata l'avventura indonesiana, durata qualche anno, dalla quale son nati numerosi documentari dedicati a Bali. Rientrato in Italia, il resto è cronaca di questi giorni, tra cui un felicissimo matrimonio e uno splendido bambino.
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