giovedì 24 gennaio 2013

La Fonte Balinese




Il seguente è un articolo, tratto dal soggetto, per approfondire la presentazione del documentario sulle pagine di BlogTaormina.

Storia di Bali

L'arcipelago indonesiano costituisce la più grande nazione islamica del mondo, composto da oltre 17.000 isole. Bali è l'unica con una cultura prevalentemente induista.

L'Indonesia rimase essenzialmente sotto l'influenza induista di Java fino al XV secolo. Quando l'Islam si insediò a Java, il regno dei Majapahit si dissolse e molti uomini di cultura si trasferirono a Bali: tra questi molti sacerdoti che si ritiene siano stati gli iniziatori dei complessi rituali della religione balinese. Anche gli artisti, i danzatori e i musicisti giavanesi cercarono rifugio a Bali e l'isola visse da allora un intenso periodo di fervente attività culturale che perdura fino ad oggi.



Bali è la sede di una cultura armoniosamente sincretica che, su un fondo fortemente intriso dai colori della cosmologia indiana, trae ispirazione dal contatto avuto in passato con la filosofia taoista cinese e oggi con la cultura islamica ed occidentale. Una sintesi creativa di antico e moderno.

E' chiamata L'isola degli Dei,

lunedì 21 gennaio 2013

Bali, il mercato delle copie artistiche

Lo scienziato dello spirito Rudolf Steiner dice che la differenza tra noi umani e gli animali è che per gli animali ogni specie ha uno spirito di gruppo, che accomuna tutti i suoi membri ed a cui partecipano come fossero, appunto, un solo essere. Ecco per esempio il motivo delle meravigliose evoluzioni sincroniche di uno stormo d'uccelli. Rigurdo gli esseri umani, invece, ogni membro partecipa di uno spirito individuale, come se ogni persona costituisse una specie a sé, identificabile attraverso la sua unica ed irripetibile biografia.

Questo paragone lo riporto per parlare dei documentaristi.

Ogni autore fa parte di una specie a sé ed è impossibile parlare di uno stile specifico che possa accomunare tutti i documentaristi. Ognuno ha il suo, acquisito attraverso le esperienze di vita e la sua specifica sensibilità estetica. E' vero poi che si può delineare genericamente uno stile comune a differenti autori, ma nello specifico ogni vero autore propone un discorso contenutistico ed estetico autonomo a se stante.

venerdì 18 gennaio 2013

La buona nascita

E' un'esperienza frequentissima che di tutti i progetti che un autore concepisce e di cui scrive il soggetto, solo una piccolissima percentuale riesce poi a portare a termine. Anzi, direi che è una cosa ovvia, visto che non è tanto la bontà di un'idea a fare da traino, benché questa potrebbe aiutare, ma le condizioni e le circostanze presenti che rendono possibile la produzione. Cosa tutt'altro che semplice.
Purtroppo accade spesso che ci si arrischia anche a iniziare la realizzazione di un documentario senza essersi assicurati che tutte le voci della produzione siano coperte e poi si debba interromperla perché di fatto le circostanze ne rendono non conveniente o impossibile la realizzazione. Sono i cosiddetti "aborti" o, almeno io li chiamo così.

A me succede di frequente che, pur di evitare di far abortire definitivamente un progetto iniziato, lo rimando sine die, cioè diciamo ad un momento successivo più felice. A volte, in questi casi, capita però anche di poter modificare il progetto già in fase di lavorazione per cambiarne la natura e la destinazione. Così invece di un aborto totale si ha almeno il parto di un topolino, che senz'altro è meglio di niente o addirittura meglio in assoluto.

E' stato il caso di quando nel 2010

venerdì 11 gennaio 2013

La produzione esterna

Vecchio logo di Rai Educational
Ho cominciato ad occuparmi di regia video alla fine degli negli anni '90 cercando di estendere l'esperienza acquisita in tanti anni di radio e trasponendola nel mondo dell'immagine. E' stato un processo del tutto autonomo, nel senso che non ho avuto insegnanti o mentori, né ho partecipato a corsi di formazione. Sono quindi completamente autodidatta. Ho cominciato a realizzare i primi semplici video girandoli e montandoli da solo, affinando la tecnica man mano che procedevo. L'esperienza della regia video è andata avanti perciò insieme a quella del montaggio e della produzione.

I documentari più importanti che ho realizzato sono quelli che ho anche prodotto. E' accaduto nell'arco di tre anni dal 2003 al 2005, quando si son create le giuste condizioni. Solo nel 2006 poi sono stato scritturato dalla Rai come regista video, cosa che in qualche modo ha ufficializzato il nuovo status professionale dopo quello radiofonico. A quel punto ho potuto fare i conti con una vero e proprio organismo produttivo che non dipendeva dalle mie scelte. Di questa esperienza posso dare due giudizi del tutto personali: uno positivo, l'altro negativo.

domenica 6 gennaio 2013

L'intervista

Essa ricopre un ruolo fondamentale nel genere di documentari che mi son trovato a realizzare fino ad oggi. Lo spazio che in genere do all'intervista non solo mette in scena i personaggi che hanno a che vedere con il tema scelto, ma la loro testimonianza interpreta anche la funzione di voce guida del filo narrativo.

C'è da dire che nei lavori da me svolti ho quasi sempre avuto la ventura di avere come punto di riferimento formale il modello RAI. Non so veramente se esiste un modello Rai, ma so che ci sono certe determinate condizioni implicite in tale struttura che richiedono che l'opera da mandare in onda abbia sempre una certa immediatezza di fruizione, una comprensibilità di larga scala e non si perda in formalismi fine a se stessi di autocompiacimento.

Vien da sé che l'intervista debba essere svolta sempre rispettando più o meno questi criteri. Poi ormai tutto sta cambiando e anche in Rai ciò che prima non si osava, oggi invece si osa, eccome, dal momento che non si è più bloccati in certe rigidità formali.