Che Federico Fellini sia stato un grande regista visionario è qualcosa di riconosciuto universalmente.
Che abbia avuto rapporti diretti con la psicoanalisi è meno noto ma comunque vero e documentato. Il suo rapporto con il maestro junghiano Ernst Bernard è testimoniato non solo dalle cronache dell'epoca ma anche dalla sua attenzione quasi maniacale ai sogni, che lui annotava quotidianamente attraverso i disegni. Negli anni Sessanta a Roma c'era solo Bernard che operava in questo ambito.
Inoltre la testimonianza che Mario Trevi, illustre allievo di Bernard, ci ha dato nel nostro lavoro "Imago, l'immaginario di Federico Fellini", quando ci racconta che incontrava spesso Fellini nella sala d'attesa di Bernard e quando soprattutto ci narra del suo rapporto di "amicizia terapeutica" con il regista, durato alcuni anni, conferma la conoscenza approfondita che fellini aveva delle categorie psicoanalitiche junghiane.
Ma che Fellini avesse un'acuta sensibilità, quasi dolorosa e difficile da sostenere nella vita quotidiana, con le dimensioni archetipiche dell'inconscio collettivo. questo è un discorso che pochi hanno affrontato e che nel documentario Imago rappresenta invece la tesi centrale di tutto il lavoro.
Che abbia avuto rapporti diretti con la psicoanalisi è meno noto ma comunque vero e documentato. Il suo rapporto con il maestro junghiano Ernst Bernard è testimoniato non solo dalle cronache dell'epoca ma anche dalla sua attenzione quasi maniacale ai sogni, che lui annotava quotidianamente attraverso i disegni. Negli anni Sessanta a Roma c'era solo Bernard che operava in questo ambito.
Inoltre la testimonianza che Mario Trevi, illustre allievo di Bernard, ci ha dato nel nostro lavoro "Imago, l'immaginario di Federico Fellini", quando ci racconta che incontrava spesso Fellini nella sala d'attesa di Bernard e quando soprattutto ci narra del suo rapporto di "amicizia terapeutica" con il regista, durato alcuni anni, conferma la conoscenza approfondita che fellini aveva delle categorie psicoanalitiche junghiane.
Ma che Fellini avesse un'acuta sensibilità, quasi dolorosa e difficile da sostenere nella vita quotidiana, con le dimensioni archetipiche dell'inconscio collettivo. questo è un discorso che pochi hanno affrontato e che nel documentario Imago rappresenta invece la tesi centrale di tutto il lavoro.