Sento sempre un enorme pudore nel dire qualcosa su Ezra Pound, poeta e intellettuale di statura colossale che ad un certo punto ho incontrato idealmente sulla mia strada solo perché in quel momento mi stavo occupando di economia eterodossa e non tanto perché amante di poesia.
Coincidenza volle che nello stesso periodo conobbi Vittorugo Contino, maestro fotoreporter di chiara fama che frequentò assiduamente Pound durante i suoi ultimi sette anni di vita del poeta e che quindi potè collezionare a memoria futura i celebri ritratti che hanno immortalato la figura ieratica e profetica del poeta.
Contino mi mise a disposizione l'archivio fotografico delle immagini di Pound e cominciai ad affrontare la difficile lettura delle sue opere, così mi accorsi del sottofondo utopistico che le attraversava, legato alla visione della liberazione dell'umanità dal perverso meccanismo usuraio di generazione del denaro.
Oltre al prezioso studio di Giano Accame, "Pound economista", all'epoca, era il 2004, non trovai moltissime altre fonti che approfondivano questo aspetto del poeta. Ovviamente gli studiosi dell'argomento lo conoscevano bene ma la sensazione che ebbi era che, soprattutto tra i critici letterari più accreditati, ci fosse una tendenza ad accantonare le idee economiche di Ezra Pound, quando non c'era addirittura un esplicito giudizio di bizzarria nell'essersi voluto accanire contro la politica monetaria della nostra epoca.
D'altra parte l'estensione della cultura espressa dalle opere di Pound consentiva di trattarlo a dovere anche senza sottolinearne l'attualità drammatica del suo pensiero economico. Inoltre il polverone che veniva sollevato ogni volta che si pronunciava il suo nome, a proposito della sua presunta simpatia per il fascismo e l'antigiudaismo, mi faceva sospettare che ci fosse una qualche intenzione strumentale per nasconderne la sua pericolosità anti-sistema.
Devo dire che fu questo confluire di aspetti che mi spinse a voler realizzare il documentario su Ezra Pound, in cui avrei affrontato esplicitamente il tema politico-economico, oltre ovviamente a quello poetico-letterario.
In quel frangente stavo frequentando Domenico De Simone, economista eretico, promotore della moneta alternativa e delle strategie di fuga dall'economia basata sul debito. Le sue teorie, espresse con ispirazione poetica da fine dicitore qual'è, mi fecero sognare la bellezza di una società libera dalla schiavitù dell'interesse bancario.
Ovviamente conosceva bene la vita di Pound e accettò ben volentieri di partecipare al progetto del documentario. Devo confessare che se non ci fosse stato De Simone probabilmente non sarei stato sollecitato alla sua realizzazione.
Il panorama è senz'altro mutato da allora. Sono trascorsi soltanto otto anni eppure oggi la fama di Ezra Pound come profeta contro l'usurocrazia internazionale è diventata quasi di dominio pubblico. Tanto da ritrovarsi forse nella situazione opposta di richiedere l'intervento di voci che ricordano che la genialità di Pound non si esaurisce alla sua visione politica.
La mia ambizione è credere che anche il mio lavoro possa aver contribuito nel suo piccolo a questa riscoperta.
Della lunga intervista a De Simone, ho potuto inserire nel documentario solo poche frasi funzionali al montaggio, per questo mi è sembrato opportuno trarne oggi altri quattro video di natura didattica che parlano di Pound attraverso la narrazione di De Simone.
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