La villa esotica ai tropici. Un sogno per molti. Una realtà per pochi. E' vero! Voglio sperare, però, che questa distinzione tra due umanità, particolarmente in voga oggi a causa della crisi in atto, non richiami unicamente il pensiero della disponibilità più o meno di denaro per potersi permettere tali lussi, ma piuttosto quello della limitazione che molti impongono a se stessi della forza di realizzazione del proprio sogno. Detto questo, veniamo a noi.
Tra il 2007 e il 2009 tentai, con la mia compagna, l'esperimento di sistemarmi a Bali. Era bello vivere in quell'isola e tutto aveva il profumo dei fiori e dell'incenso arso sulle offertine sistemate ovunque, mentre si era riscaldati dai sorrisi dei Balinesi e dai trenta gradi costanti del giorno. Erano anni che frequentavo Bali; i miei viaggi erano più o meno annuali e incentrati sull'ashram di Ratu Bagus, lo sciamano che mi ha insegnato a sentire l'energia.
Bali era diventata nel tempo la mia seconda patria, che offriva un ambiente multiculturale estremamente vario ed internazionale pur conservando quel carattere di primitività che salvaguardava il contatto umano e la ricerca di ispirazione artistica e contemplazione meditativa. Fu così che cominciai presto ad esercitare il mestiere, girando vari documentari sul maestro balinese e poi, approfittando del rapporto aperto che avevo con Rai Educational in Italia, avevo concordato vari altri documentari e servizi sull'arte e la cultura balinese, in particolare sul famoso "Bali Style".
Inoltre Bali rappresentava per molti professionisti italiani un modo per sparire dalla scena italiana, soprattutto da un punto di vista fiscale. Uno degli studi più prestigiosi, costituito da due architetti italiani, di cui non voglio fare i nomi, che stavano avendo un successo enorme, non ne vollero proprio sapere di essere intervistati, sapendo che il documentario sarebbe stato diffuso dalla Rai. Fu impossibile anche usare le immagini che avevo girato nel resort di lusso di Bulgari. Diverse migliaia di euro a notte. Dopo settimane di trattative non mi concessero l'autorizzazione ad usare né le immagini, né l'intervista allo chef italiano.
Lo si vedeva espresso nel traffico sempre più caotico intorno al centro produttivo dell'isola, dove sorge la capitale Denpasar, l'aeroporto e i quartieri balneari di Kuta, Seminjak e Jimbaran. Lo si percepiva nella febbre che aveva colpito i balinesi di possedere cellulari e automobili sempre all'ultimo grido; lo si subiva nei prezzi che aumentavano di giorno in giorno, compresi quelli necessari al rinnovo del visto di soggiorno. E così effettivamente alla fine di quell'anno ormai sentivamo che l'energia originaria di Bali, quella che avevamo vissuta negli ultimi dieci anni, da quando la frequentavamo, era praticamente sparita. Al suo posto si andava configurando qualcos'altro che non ci piaceva affatto e per questo alla fine del 2009 dichiarammo chiuso l'esperimento e ritornammo in Italia, in un angolo bucolico dove ancora si respira qualcosa di "balinese".
La speculazione edilizia locale andava così a braccetto con la finanza internazionale, che non si faceva mancare niente in quanto a promozione commerciale, scomodando addirittura Hollywood nella sua pianificazione complessa, richiesta da una Gentrificazione in grande stile delle, una volta bellissime, risaie intorno a Ubud.
Inoltre qualcosa mi diceva che questa strategia complessa era già iniziata e si era avvalsa anche della crisi conseguente quelle bombe, quando con l'interruzione momentaneo del flusso turistico molte attività commerciali intraprese da famiglie balinesi fallirono, e furono costrette a vendere a prezzi di realizzo al capitale straniero. Un ulteriore elemento che stava ad indicare qualcosa di molto sporco e che non quadrava perfettamente in questa globalizzazione selvaggia di quell'angolo di paradiso.
Insomma, ritornando a noi, fu così che ci fu concesso di girare in alcune delle più prestigiose ville balinesi per esporle nel documentario citato che stavamo realizzando e poi ci fu chiesto una serie di piccoli video finalizzati alla distribuzione pubblicitaria in rete. Pensai di accompagnare le immagini a delle scelte di musica classica, abbastanza famose sia per essere gustate immediatamente che per nobilitare questi esempi architettonici di gran pregio, sebbene ognuno avesse un proprio stile particolare, solo in minima parte riconducibile a quello tradizionale balinese.
- villa Akara
- villa Bali Bali 1
- villa Bali Bali 2
- villa De Toye
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- villa Pantai lima 1
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